ALLA RICERCA DI ALTRI VISIONARI CONCRETI

Da tempo ormai non sono più un filosofo di accademia. Ho scelto di essere un "Filosofo di Comunità", poiché metto in atto campagne di sensibilizzazione allo scopo di conservare o ritrovare il senso di appartenenza e reciprocità, tenere alta l'attenzione nei confronti degli altri, attuare dei piccoli gesti quotidiani di consapevolezza emotiva. Credo molto nell'effetto moltiplicatore. Quello che abbiamo visto con la curva epidemiologica e che oggi è entrato prepotentemente nel nostro lessico, potrebbe accadere, ma di segno inverso, anche con le iniziative volte al benessere sociale. L'ormai famoso fattore Rt, che misura l'indice di contagiosità, potrebbe essere riutilizzato in questo genere di iniziative. Ogni individuo ha una capacità specifica di contagiare una o più persone, ma anche il buonumore è contagioso, anche una risata è contagiosa, anche l'altruismo è contagioso, anche il senso di comunità è contagioso. E allora cosa stiamo aspettando?

Foto di Jonthan Borba
Foto di Jonthan Borba

Chiamami se sei un Sindaco, un Assessore, il Presidente di una Fondazione o di un'Associazione di Promozione Sociale (O un Imprenditore ispirato).

Possiamo unire le nostre "Visioni Concrete" ed essere insieme dei

 "Costruttori di Felicità"

Dopo circa dieci anni di singoli eventi e di incontri con insegnanti e studenti sui temi del disagio, della felicità personale e della buona comunicazione, è emersa l'istanza di allargare il raggio d'azione. Ho compreso quanto il lavoro di formazione fosse utile, ma insufficiente allo scopo che mi ero prefissato. La mia Visione è corredata da solida concretezza, è filosofia applicata. La filosofia si fa strumento per trasformare la società, in un momento storico già noto per il suo forte ripiego individualista e fatto ulteriormente a pezzi dalla situazione emergenziale. Non intendo tornare indietro a vecchi modelli educativi e di costume, occorre guardare avanti, alla nuova società che vorremo costruire, con la consapevolezza del momento e con le giuste contromisure, calibrate sul mondo che stiamo abitando oggi. In altri termini, ho capito che lavorando solo con le scuole non avremmo potuto generare cambiamenti significativi su larga scala e che quindi occorresse una proposta organica e inedita. Si è persa negli ultimi decenni la cosiddetta “coerenza pedagogica” del passato, ma non è mia intenzione riproporre il vecchio sodalizio “prete-maestro-genitore”. In questa società complessa ho deciso di ripartire dalle piccole comunità (in Italia i comuni sotto i cinquemila abitanti sono più di 3700, il 46% del totale, quelli con più di quindicimila sono circa 750, quelli sopra i cinquantamila 145), perché è più facile realizzare un grande abbraccio pedagogico, un'intera società educante permeata di valori profondi e un ritrovato senso di comunità. In Progetto Felicità gioca un ruolo fondamentale il mondo associazionistico locale, che fa da collante tra le istituzioni, a volte un po' fredde, e gli altri cittadini, un po' impigriti e rinchiusi nella loro dimensione casalinga. Quando le radio e le tv locali dedicheranno due ore a settimana del loro palinsesto alla felicità (interviste, canzoni, letture...), e dal salumiere, al mercato cittadino, a scuola, in chiesa, in palestra, negli uffici e in famiglia si lavorerà, senza sforzo, allo stesso scopo, la portata innovativa e trasformativa dell'azione collettiva sarà enorme.

 

 

Figlia di questo progetto a tempo indeterminato è un'iniziativa specifica che ha invece tempi, attività e costi pianificati. Si chiama Felicità differenziata. È una grossa campagna di sensibilizzazione e, al contempo, un esperimento sociale di orientamento collettivo e giocoso volto alla promozione di nuove e sane abitudini condivise. La “differenziata” si prenderà cura dell'ambiente emotivo della comunità, importante quanto quello biologico. 

 

 

SE SEI UN AMMINISTRATORE LOCALE O REGIONALE, UN PRESIDENTE DI UNA FONDAZIONE O UN IMPRENDITORE VISIONARIO, CONTATTAMI. 

 

Tre mani per dire "nuovo" nel linguaggio dei segni.
Tre mani per dire "nuovo" nel linguaggio dei segni.

UN ESEMPIO

Progetto Felicità


Il 20 marzo 2018, in occasione della Giornata Internazionale della Felicità (istituita dall'ONU nel 2012), abbiamo presentato alcune idee traducibili in piccoli impegni concreti per le istituzioni, il mondo associazionistico, ma anche per i gruppi spontanei di vicini o amici, e per tutti i luoghi e le situazioni in cui possa nascere o rafforzarsi il senso di comunità.

“Progetto Felicità” è un progetto aperto, perché dà il la ad una serie di iniziative che gli stessi promotori auspicano possano avere vita propria e autoalimentarsi. Favoriamo le occasioni di incontro (con "eventi promemoria"), aiutando nella semina, nella cura e nella raccolta dei frutti del “praticare la felicità”. Ci occuperemo anche del "come" verranno realizzati i progetti, della qualità dello stare insieme, dell'attenzione all'ambiente emotivo (nell'organizzazione di eventi festosi e nel lavoro) e le buone pratiche riceveranno un riconoscimento (il “Bollino Felice”). 

 

 



Presentazione "Anteprima Progetto Felicità"
Presentazione "Anteprima Progetto Felicità"

LA MIA VISIONE DELLA FELICITÀ

 

La felicità non esiste.

Di conseguenza non ci resta che provare ad essere felici senza.                                   

 (Jerry Lewis)

 

 

 

Nel momento in cui saremo in grado di accogliere dentro di noi i paradossi come quello di Jerry Lewis, avremo fatto un importante passo per la felicità. Quando troveremo il coraggio di arrenderci, lì avremo vinto. Non mi riferisco alle battaglie contro tiranni o invasori, mi riferisco alla vita di ognuno e a ciò che ha la capacità di sorprenderci quando molliamo la presa. Facciamo continuamente resistenza, resistiamo ai cambiamenti, resistiamo alle sofferenze, ci attacchiamo con le unghie ai desideri, alle aspettative, disperdiamo tante energie per ancorarci ad un passato o ad un futuro che vogliamo presentificare. Siamo mossi prevalentemente dalla paura di perdere quello che abbiamo e dal desiderio di avere dell'altro. I saggi di ogni tempo concordano nel dire che questa non è la via da seguire. L'unica felicità possibile è nel presente, nella pienezza dell'istante, di ogni istante goduto in consapevolezza, è nel sapore, nel colore, nell'odore, nelle sensazioni e nelle emozioni che proviamo momento per momento. Ci sono ottime possibilità di essere felici domani se lo siamo oggi, ora, “malgrado noi” e le nostre pre-occupazioni o le nostre "dietrologie". La felicità dev'essere un'abitudine, una disposizione d'animo, non una ricerca, è un atto di coraggio, è fiducia nell'oggi, un salto nel vuoto. Ok, detto questo, non sono né un alieno né un supereroe. Conosco la realtà, conosco gli eventi sfortunati e le ingiustizie che a volte danno l'impressione di perseguitarci. Questa è la nostra esperienza passata che torna a tormentarci o l'esperienza di qualcun altro nel presente o nel futuro che ci fa paura, anche se tutti sappiamo che così facendo sopravvalutiamo due realtà sostanzialmente inesistenti. Il passato e il futuro non esistono oggi, ciò che conta è il presente, liberato dalla storia personale e dalla paura di ciò che è mistero. Il presente è un dono, i bambini (come me) che hanno visto e rivisto Kung Fu Panda lo sanno. Per giungere insieme a questa consapevolezza e agli strumenti per mantenerla, pratico Zen Coaching con le persone che il destino mi fa incontrare, condito appunto di leggerezza profonda, di sorrisi per gli occhi, di istanti infiniti, di contatto col Sé, nell'unità del tutto, di natura e cultura, di corpo e spirito, di amico e nemico, nel dialogo delle parti, nello scambio autentico, nella festa delle sensazioni e nella pace di ogni passo.